Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo e di ospedalizzazione in Italia e la prevalenza dei principali fattori di rischio (fumo, obesità, ipertensione e diabete) è in continuo aumento.
La riduzione di morbilità e mortalità è possibile promuovendo un approccio integrato, a livello individuale e di popolazione, mediante il riconoscimento e la gestione multidisciplinare dei fattori di rischio.
Allo scopo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza del controllo dei fattori di rischio cardiovascolari, nell’ambito dell’iniziativa “Cento metri per la salute” dell’Exposanità di Bologna, presso lo stand di SIMEDET e ANTEL, sono state effettuate visite mediche il 18 e 19 aprile (dalle 9:30 alle 16:30) e il 20 aprile (dalle 9:30 alle 10:45).
Sono stati visitati 28 soggetti (11 maschi e 17 femmine) di età compresa tra 22 e 76 anni, media 46.5±15.7). Non si sono presentati a visita 10 soggetti dei 24 prenotati ma, in compenso, 14 visitatori si sono aggiunti alla lista nel corso della manifestazione.
Dopo l’esecuzione della glicemia a digiuno (o ad almeno tre ore dal pasto), rilevata nella parte anteriore dello stand, il soggetto veniva visitato nell’ambiente retrostante dal medico con l’ausilio di un infermiere, nel rispetto della privacy. Dopo aver illustrato l’importanza della prevenzione della malattia aterosclerotica e dei conseguenti eventi cardiovascolari maggiori, rappresentati da infarto del miocardio e ictus cerebrale, si sottolineava l’importanza dei fattori di rischio non modificabili (età, familiarità, sesso ed etnia).
Si raccoglieva quindi l’anamnesi familiare per rilevare l’eventuale presenza di eventi cerebrovascolari, diabete, ipercolesterolemia o ipertensione arteriosa in genitori e parenti. Seguiva la raccolta anamnestica del soggetto in esame con la ricerca dei fattori di rischio modificabili (obesità, attività fisica e fumo) di eventuali patologie in atto (ipertensione, dislipidemia, diabete – e delle relative eventuali terapie) e si procedeva all’esame fisico misurando la circonferenza addominale e la pressione arteriosa.
Tutti questi valori, in aggiunta a peso, altezza e alla glicemia precedentemente rilevata, venivano annotati su di una scheda, con la raccomandazione di completarla al successivo controllo del medico di famiglia con i valori della trigliceridemia e della colesterolemia totale ed HDL. La visita si concludeva con il calcolo del rischio cardiovascolare mediante la carta del rischio (Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità) che veniva consegnata insieme alla tabella con i valori di riferimento per la diagnosi della Sindrome Metabolica.
Tutti i soggetti esaminati hanno dato segno di ben comprendere l’importanza dei sistemi di stima del rischio cardiovascolare per l’individuazione delle necessarie correzioni dello stile di vita, in assenza di segni o sintomi di malattia. In particolare è stato rafforzato il concetto che un incremento dell’attività fisica, l’interruzione del fumo e il controllo del peso mediante corrette abitudini alimentari non sono semplicemente un metodo di prevenzione ma contribuiscono ad un miglioramento del benessere e della qualità della vita, secondo i principi dell’Educazione Terapeutica.
Dott. Michele Paradiso
Specialista in Medicina Interna
Tesoriere SIMEDET